
Oggi - invece - si parla sempre più spesso di neuroplasticità: sembra infatti che il nostro cervello sia in grado di produrre nuovi neuroni e che questi si "attivino" grazie all'attenzione focalizzata e al loro pronto utilizzo. Un ulteriore elemento che sembra favorire la comparsa e l'attivazione di nuove cellule cerebrali è una attività fisica di tipo simmetrico (ad es. camminare, correre, nuotare), attività, queste, che favoriscono inoltre una maggiore sincronizzazione degli emisferi cerebrali destro e sinistro. Tuttavia secondo la nota norma - valida in natura - "Use it or Lose it", è importante che le nuove cellule cerebrali siano implicate in un processo che le coinvolga e che permetta il rapido stabilirsi di nuove connessioni sinaptiche. Tutto quanto non viene utilizzato, viene dalla natura stessa eliminato.
Secondo quanto riferito da Norman Doidge - psichiatra, psicoanalista e ricercatore americano - esisterebbero nella letteratura scientifica casi documentati di pazienti non vedenti dalla nascita che avrebbero iniziato a vedere, recuperi funzionali dopo ictus invalidanti, miglioramenti significativi della memoria dopo gli 80 anni di età.
Come spiegare tutto questo?
La risposta è da ricercare - evidentemente - nella neuroplasticità cerebrale. I neuroni e le connessioni create fra loro sono continuamente modificabili. Anzi: sembra proprio che il 90% del nostro cervello rimanga di fatto inutilizzato... Come mai la Natura perpetua l'esistenza e la riproduzione di caratteristiche fisiologiche che non sembrano (in apparenza) svolgere una precisa funzione?
Secondo recenti stime il nostro cervello sarebbe costituito da circa 100 miliardi di cellule nervose; ogni singolo neurone è in grado di stabilire in media circa 1000 connessioni sinaptiche con gli altri neuroni (in casi di ramificazioni particolarmente complesse, un singolo neurone può gestire anche decine di migliaia di terminazioni sinaptiche); gli assoni che collegano i neuroni fra loro possono oltrepassare il metro di lunghezza... Per farla breve: il nostro apparato cerebrale sarebbe un sistema talmente complesso da contenere un numero di connessioni sinaptiche superiore di dieci ordini di grandezza al numero di particelle subatomiche presenti nell'universo conosciuto!
Per questo il titolo adottato da Doidge per il suo studio, Il Cervello Infinito, risulta sicuramente azzeccato: ciò che conosciamo del nostro cervello, della sua incredibile complessità, della sua eccezionale capacità di auto-rigenerarsi e del potere che la mente umana può esercitare sugli apparati biologici (e sulla realtà in genere) è davvero ancora insufficiente... Ma l'uomo del XXI secolo si trova ormai ad un passo dal suo prossimo "risveglio": ricordare chi è veramente e di quali incredibili e straordinarie capacità (oggi latenti) è in grado di disporre.
Secondo quanto riferito da Norman Doidge - psichiatra, psicoanalista e ricercatore americano - esisterebbero nella letteratura scientifica casi documentati di pazienti non vedenti dalla nascita che avrebbero iniziato a vedere, recuperi funzionali dopo ictus invalidanti, miglioramenti significativi della memoria dopo gli 80 anni di età.
Come spiegare tutto questo?
La risposta è da ricercare - evidentemente - nella neuroplasticità cerebrale. I neuroni e le connessioni create fra loro sono continuamente modificabili. Anzi: sembra proprio che il 90% del nostro cervello rimanga di fatto inutilizzato... Come mai la Natura perpetua l'esistenza e la riproduzione di caratteristiche fisiologiche che non sembrano (in apparenza) svolgere una precisa funzione?
Secondo recenti stime il nostro cervello sarebbe costituito da circa 100 miliardi di cellule nervose; ogni singolo neurone è in grado di stabilire in media circa 1000 connessioni sinaptiche con gli altri neuroni (in casi di ramificazioni particolarmente complesse, un singolo neurone può gestire anche decine di migliaia di terminazioni sinaptiche); gli assoni che collegano i neuroni fra loro possono oltrepassare il metro di lunghezza... Per farla breve: il nostro apparato cerebrale sarebbe un sistema talmente complesso da contenere un numero di connessioni sinaptiche superiore di dieci ordini di grandezza al numero di particelle subatomiche presenti nell'universo conosciuto!
Per questo il titolo adottato da Doidge per il suo studio, Il Cervello Infinito, risulta sicuramente azzeccato: ciò che conosciamo del nostro cervello, della sua incredibile complessità, della sua eccezionale capacità di auto-rigenerarsi e del potere che la mente umana può esercitare sugli apparati biologici (e sulla realtà in genere) è davvero ancora insufficiente... Ma l'uomo del XXI secolo si trova ormai ad un passo dal suo prossimo "risveglio": ricordare chi è veramente e di quali incredibili e straordinarie capacità (oggi latenti) è in grado di disporre.
Bibliografia:
- NORMAN DOIDGE, Il Cervello Infinito, Ponte alle Grazie, 2007.
- JOE DISPENZA, Evolvi il tuo Cervello, Macro Edizioni, 2008.
Articolo interessante! Sfruttiamo poco lele nostre potenzialità cerebrali...è vero! Che sprec!? Come risvegliare le capacità?
RispondiEliminaUn pò di tempo fa ho letto un libro, semplice e pratico per chi vuole FARE qualcosa!
TITOLO: Sfrutta tutto il tuo cervello! Trucchi, esercizi e test per liberare tutte le potenzialità mentali.
AUTORI: Dominique Chalvin, Christine Rubaud
Buona lettura! :-)