domenica 4 marzo 2012

Perché la “New Age” non può funzionare

Inganni e manipolazione ad uso di devoti e discepoli spirituali


Sono sempre più diffuse in Italia e nel mondo le associazioni “new age”, circoli culturali all’interno dei quali è possibile seguire dei corsi di yoga, meditazione, conoscere altri “fratelli spirituali” con i quali confrontarsi e scambiare abbracci di luce, sorrisi, lacrime di gioia generate dalla cosiddetta “apertura del cuore”.
Chi frequenta tali corsi,  o anche chi fa parte di gruppi spirituali collegati con le filosofie orientali, è facilmente riconoscibile: abiti “all’indiana”, alimentazione vegetariana o vegana, gli uomini stranamente molto magri e con i capelli lunghi, le donne in abiti colore pastello; nella maggior parte dei casi è possibile osservarli camminare scalzi – dato che ciò favorisce un contatto diretto con Madre Terra – ed è facile veder loro addentare una mela rossa (il frutto di gran lunga da preferire perché l’unico con “vibrazioni spirituali elevate”). Insomma: un insieme eterogeneo di “figli dei fiori” adattatisi al mondo contemporaneo ed oramai in procinto di raggiungere l’ “illuminazione” (cioè il contatto con il Divino), momento a partire dal quale nulla sarà più come prima e la vita riserverà solo Pace, Amore e Beatitudine.
Molto spesso ciascun gruppo fa riferimento a un Guru o ad un Maestro spirituale  vivente o trapassato (non fa molta differenza), che ha concesso all’umanità la propria illuminante presenza  e ha dato l’avvio alla trasmissione di insegnamenti di profonda saggezza interiore, utili per raggiungere la tanto agognata illuminazione.
In alcuni di questi gruppi esiste anche il cosiddetto “cerchio interno”: devoti, discepoli o simpatizzanti che si sono dedicati anima e corpo agli insegnamenti del Maestro e che padroneggiano ormai  le tecniche e le pratiche più avanzate. Le informazioni secretate dei “livelli superiori” vengono rivelate con molta circospezione solo agli adepti meritevoli o ai discepoli più motivati; per gli altri invece – gli incerti, o chi ancora non si è votato alla causa – “il paradiso può attendere”.
Una tipologia di esercizi su cui si esercita di preferenza chi ha accesso alle tecniche avanzate è quella relativa al “potere del Qui e Ora”: un insieme di pratiche (che definire “stravaganti “ è dir poco) che dovrebbero servire per interrompere il tanto fastidioso scorrere del flusso del divenire e far pervenire l’Adepto al tanto agognato Eterno Momento Presente: quell’attimo a partire dal quale tutti i problemi saranno risolti e la Vita diventerà un verde prato ricco di fiori, farfalle ed Esseri di Luce (leggi = angeli) pronti ad accorrere al minimo richiamo.
Il retroterra teorico che sta alla base di tutti questi insegnamenti è quasi sempre lo stesso: la vita non è altro che la proiezione esterna del nostro Mondo interiore. Dunque – se aspiriamo all’illuminazione – non dovremo agire sul mondo esterno (perché ciò risulterebbe perfettamente inutile), ma dovremo lavorare su noi stessi, perché solo modificando la nostra psiche e sconfiggendo i nostri dèmoni interiori la realtà esterna si adatterà di conseguenza. Solo a quel punto si manifesteranno le sincronicità in grado di farci realizzare i nostri più reconditi sogni. Metodo caldamente suggerito per raggiungere un così elevato traguardo: continuare a frequentare il gruppo, pagare la quota associativa e i vari corsi avanzati e continuare a praticare, praticare, praticare le tecniche dal Maestro. 
Cosa non funziona in questa impostazione?
È abbastanza chiaro: l’adepto riterrà inutile agire in maniera organizzata per migliorare la situazione esterna. Se il mondo va a rotoli, ciò verrà erroneamente attribuito a “qualcosa da risolvere all’interno” e che trova il proprio “riflesso” all’esterno in guerre, disastri ambientali e miseria. Non c’è davvero nulla che  possa essere messo in atto per migliorare le precarie condizioni in cui versa il nostro pianeta. Il singolo – in quest’ottica – può solo lavorare su di sé.
Ed ecco che un intero gruppo di “possibili dissidenti  – soggetti che, per via del loro idealismo, potrebbero arrecare fastidio agli esponenti del Sistema nel quale viviamo immersi – si auto-elimina in partenza. Nessun potente della Terra si preoccuperebbe mai di loro: tanto sono convinti che pregando e digiunando trasformeranno il mondo (perlomeno è questo ciò che il Maestro ha raccontato loro). E per giunta niente e nessuno potrà mai convincerli del contrario, dato che su queste convinzioni hanno strutturato la propria identità.

Si tratta in fondo di un incredibile autogol: per un frainteso approccio alla spiritualità, permettono che tutto vada a rotoli perché “tanto si tratta solo di un’illusione”.
Il mondo (profondamente corrotto) in cui ci troviamo a vivere oggi sarà forse un’illusione, ma una cosa è certa: qualcuno con questa “illusione” ci marcia, si arricchisce ed acquista sempre più potere in barba a milioni di povere, inutili ed innocue “animelle new-age”. Non è detto che la purezza d’intenti e l’ingenuità paghino. A volte – al contrario – potrebbero proprio rappresentare il “demone interiore da risolvere”. Dante Alighieri parlerebbe di “accidia”: l’incapacità di prendere una posizione ed intervenire con fermezza per modificare una situazione esterna. In breve: l’incapacità di agire.
Bibliografia:
- U.G. Krishnamurti, L’Inganno della Illuminazione,  Alaya Edizioni 2003.
- U.G. Krishnamurti, Liberarsi dalle Illusioni, Alaya edizioni 2004.